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Accantonamento TFR: meglio in azienda o nel fondo pensione?

Tassazione TFR: meglio in azienda o nel fondo pensione?

Il fondo pensione è la migliore soluzione per destinare il tuo TFR.

Non sono l’unico a dirlo (vedi articolo del Sole 24 Ore) e non voglio convincerti di questo, ma al termine dell’articolo avrai un’idea ben chiara di come accantonare il tuo TFR o, nel caso in cui hai un’azienda, di come gestire quello dei tuoi dipendenti.

Quali sono le tipologie previste per accantonare il TFR?

Essenzialmente sono 2 i modi in cui puoi gestire il tuo TFR:

  • lasciarlo in azienda
  • versarlo in un fondo pensione

Inutile affrontare il caso del TFR liquidato mensilmente in busta paga: è la scelta peggiore che si possa fare.

Primo perché il trattamento di fine rapporto, come dice la parola stessa, nasce come liquidazione nel momento in cui termina il rapporto di lavoro, che spesso  coincide con il pensionamento. Per questo viene considerato come un vero e proprio supporto economico da utilizzare quando, da pensionato, avrai un’entrata inferiore rispetto allo stipendio a cui eri abituato

Secondo, perché riceverlo in busta paga porterebbe ad una tassazione maggiore e farebbe cumulo per varie agevolazioni fiscali. Trattandosi di una vera e propria integrazione della retribuzione, incide sulla determinazione delle detrazioni di imposta, degli assegni familiari e dell’Isee.

Scartata perciò questa ipotesi, non ti resta che decidere se lasciarlo in azienda o versarlo in un fondo pensione.

1) Lasciare il TFR in azienda

Se lavori per un’azienda con più di 50 dipendenti, la quota di TFR maturata viene accantonata nel fondo INPS dedicato. Nel caso dei dipendenti delle aziende con meno di 50 dipendenti, il TFR viene accantonato e gestito direttamente dall’azienda stessa.

Quindi, il meccanismo è lo stesso. Cambia soltanto il soggetto che lo gestisce: in un caso l’azienda, dall’altro direttamente l’INPS.

La rivalutazione del TFR lasciato in azienda

Per legge (articolo 2120 del Codice civile), il TFR deve essere rivalutato annualmente. Il coefficiente di rivalutazione è dato da un tasso fisso pari all’1,5% e da una quota variabile, pari al 75% dell’aumento dell’inflazione rispetto all’anno precedente.

Calcolo Rivalutazione TFR dal 2015 al 2019
ANNO INDICE ISTAT INCREMENTO SU ANNO PRECEDENTE 75% DELL’INCREMENTO ANNUO TASSO FISSO 1,5% COEFFICIENTE TFR
2019 102,5 0,391772 0,29383 1,50 1,793830
2018 102,1 0,98912 0,74184 2,241840
2017 101,1 0,797607 0,598205 2,098205
2016 100,3 0,393738 0,295303 1,795303
2015 1070 -0,093371 0 1,500000

Come viene tassato il TFR che decidi di lasciare in azienda?

In entrambi i casi, sia che si lavori per un’azienda con più di 50 addetti che in realtà più piccole, il TFR viene tassato in due modi:

  • l’utile ottenuto dalle rivalutazioni viene tassato al 17%;
  • il TFR lordo viene tassato tra il 23% e il 43%, cioè in base alla media delle aliquote IRPEF che hai versato negli ultimi 5 anni.

Reddito Annuo Lordo e rispettive aliquote IRPEF

Scaglioni IRPEF

Ti faccio un pratico esempio:

  • TFR lordo maturato: 60.000 euro
  • Aliquota media IRPEF degli ultimi 5 anni: 35%
  • TFR netto: € 39.000 (60.000 – 35%)

Hai capito bene, con delle aliquote IRPEF medie del 35% in 5 anni, riceverai un TFR netto di 39.000 euro a fronte dei 60.000 euro accantonati negli anni! Non soffermiamoci oltre e andiamo ad analizzare la seconda opzione, il caso in cui decidi di destinare il tuo TFR ad un fondo pensione.

2) Destinarlo a Fondo Pensione

L’altra soluzione è quella di destinare una parte o il 100% del tuo TFR in un fondo pensione. I benefici fiscali sono di gran lunga maggiori, sia per il dipendente che per l’azienda.

La rivalutazione del TFR destinato al fondo pensione

Nell’articolo del 24 Ore si confrontano i rendimenti dei fondi pensione e la rivalutazione del TFR. “I fondi pensione battono il TFR 4 a 2”: è questo il titolo dell’articolo che lascia poco spazio all’immaginazione. Come puoi bene vedere, i TFR investiti in un fondo pensionistico hanno ottenuto il 25% in più di rivalutazione. E, non si tratta dell’unico vantaggio.

Come viene tassato il TFR che decidi di investire in un fondo pensione?

Anche per quanto riguarda la tassazione, non c’è storia. Il TFR destinato a fondo pensione subisce una tassazione che varia tra il 9% ed il 15%. Di gran lunga inferiore rispetto al 23% – 43% del caso visto in precedenza.

Per avere la guida sui fondi pensione e conoscere come assicurarti la minor tassazione, scarica la mia guida disponibile qui.

Se riprendiamo l’esempio fatto in precedenza, abbiamo che:

  • TFR lordo maturato: € 60.000
  • Tassazione fondo pensione: 15% (massimo)
  • TFR netto liquidato: 51.000 euro

Scegliendo questa seconda soluzione, otterresti 12.000 euro in più rispetto ai 39.000 euro del precedente caso. Se poi la tassazione del fondo pensione dovesse scendere al minimo del 9%, il tuo TFR netto sarebbe pari a 54.600 euro. Davvero niente male!

Quali sono i vantaggi del fondo pensione per il lavoratore?

Sono due i vantaggi per un lavoratore che decide di destinare il suo TFR ad un fondo pensione:

  • si riduce drasticamente la tassazione applicata
  • si diminuisce il rischio di non ricevere la liquidazione

Non è poi così improbabile ritrovare nella realtà la situazione in cui l’azienda per la quale lavori non accantoni per anni il tuo TFR. In questo caso, nel momento in cui richiederai il tuo TFR, questa dovrà affrontare un debito di una certa rilevanza.

E nel caso in cui l’azienda dovesse fallire, cosa ne sarebbe alla tua liquidazione? Voglio rassicurati su una cosa: non andrebbe persa. Ma, la proceduta per ottenerla, sarebbe abbastanza lunga.

La sentenza n. 8072 del 21 aprile 2016 della Corte di cassazione ha deciso che “se l’impresa è insolvente, il TFR viene erogato dall’INPS tramite il fondo di garanzia”. In questo caso, si posso verificare due situazioni:

1) L’azienda è dichiarata fallita.

Per avere la tua liquidazione devi entrare nella procedura di fallimento dell’azienda e, come creditore, far accertare il tuo credito dal tribunale. Successivamente potrai fare domanda all’INPS che dovrà essere firmata dal curatore fallimentare.

2) Se l’azienda non è dichiarata fallita

La Giustizia Civile Massimario 2016 afferma che “ai fini della tutela di cui all’art. 2, comma 5, della l. n. 297 del 1982, in caso di insolvenza del datore di lavoro non soggetto alle disposizioni della legge fallimentare, il lavoratore può conseguire dal Fondo di Garanzia, costituito presso l’INPS, il pagamento del t.f.r. gravante sull’eredità giacente a condizione che dimostri l’esistenza e la consistenza del credito risultante da un titolo anche giudiziale, nonché l’insufficienza del patrimonio ereditario che può essere dimostrata con l’infruttuoso esperimento dell’esecuzione, con lo stato di graduazione dei crediti predisposto dal curatore dell’eredità giacente, ovvero con la dichiarazione del curatore dell’insufficienza delle garanzie patrimoniali del debitore e dell’impossibilità di procedere alla liquidazione concorsuale per incapienza dell’attivo”. 

Tradotto in parole più semplici per poter accedere al fondo di garanzia devi:

  • dimostrare di aver richiesto il TFR al tuo titolare
  • presentare all’INPS un titolo provante che il tentativo non è andato a buon fine (il titolare non ha i soldi per pagarti il TFR)

Quali sono i vantaggi del fondo pensione per l’azienda?

Anche per l’azienda i vantaggi sono molteplici:

  • decade l’obbligo di rivalutazione annua del TFR;
  • la gestione amministrativa è facilitata perché non c’è necessità di alcun fondo in cui destinare tutte le liquidazioni dei dipendenti;
  • anche l’azienda può beneficiare di agevolazioni fiscali.

La scelta migliore per te

Come avrai potuto valutare, i vantaggi di destinare il tuo TFR in un fondo pensione sono superiori a quelli che si ottengono quando decidi di lasciare il trattamento di fine rapporto in azienda. Oltre ad una tassazione più bassa, anche la rivalutazione ottenibile è nettamente superiore.

Perciò, se dovessi avere bisogno di un consiglio o necessiti di una consulenza senza impegno, sono sempre pronto ad ascoltare e valutare insieme a te la soluzione migliore per gestire i tuoi risparmi.

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N° iscrizione IVASS: E000589973

Gli estremi identificativi e di iscrizione al RUI dei soggetti sopra indicati possono essere verificati consultando il Registro Unico degli Intermediari Assicurativi e Riassicurativi sul sito internet dell’IVASS (www.ivass.it). L’autorità competente alla vigilanza sull’attività svolta nonché referente in caso di reclamo (qualora il cliente sia insoddisfatto della risposta o in caso di mancata risposta da parte dell’intermediario) è: Ivass Via del Quirinale 21, 00187 Roma.

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