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Polizza sulla vita: 5 cose da conoscere assolutamente

Polizza sulla vita: le 5 cose da conoscere

La polizza sulla vita ha come principale obiettivo quello di proteggere le persone care che, senza il tuo supporto economico, si troverebbero in grave difficoltà.

È sempre un tema molto forte e scomodo da affrontare. Le cose che puoi fare sono essenzialmente 2:

  • nascondere la testa sotto la sabbia, facendo finta di essere invincibile e che un evento del genere non possa mai accadere proprio a te,
  • oppure fare un gesto di responsabilità verso la tua famiglia.

Se scegli di seguire il punto 2, prima di stipulare una qualsiasi assicurazione sulla tua vita ti consiglio di analizzare bene come funziona e cosa c’è da tenere sotto controllo.

Forse non lo sai ma molto spesso viene associata alla polizza obbligatoria del mutuo. Puoi verificarlo anche tu con una semplice ricerca online: per una domanda di mutuo, 9 volte su 10 la banca ti “richiederà” o “includerà” nel costo anche una polizza sulla vita (che chiaramente non è mai realmente inclusa, ma questa è un’altra storia).

Nel nostro paese la polizza sulla vita è obbligatoria solo per le richieste di finanziamento tramite la cessione del quinto dello stipendio (Decreto del Presidente della Repubblica 5 gennaio 1950, n. 180 – Articolo 54), a cui segue l’obbligo di abbinare anche quella contro la perdita dell’impiego. Quest’ultima non occorre solo nel caso in cui si percepisce la pensione.

Perciò, se hai acceso un mutuo oppure hai appena richiesto un finanziamento, non sottoscrivere un’assicurazione sulla vita solo perchè è “inclusa” o “obbligatoria”. Fallo per un motivo realmente importante: evitare che il debito da te sottoscritto ricada sulle spalle delle persone a te care in caso di una tua prematura scomparsa.

In questo articolo analizzerò chi sono i soggetti di una polizza vita, come funziona, quanto costa e qual è la migliore soluzione disponibile.

1) Chi sono i soggetti di una polizza sulla vita?

Sono 3 i soggetti di una polizza sulla vita:

  • Contraente: è la persona che firma la polizza e paga il premio.
  • Assicurato: è il soggetto esposto al rischio ed è proprio colui che viene protetto dalla polizza.
  • Beneficiario: chi riceve il capitale in caso di prematura scomparsa dell’assicurato.

Contraente e Assicurato possono non essere le stesse persone. È il caso di una polizza vita a favore di terzi: nelle realtà imprenditoriali accade che l’azienda (contraente) paga un premio per assicurare il titolare oppure i soci (assicurati). Se ci pensiamo bene si tratta di un vero e proprio benefit aziendale.

2) Come funziona la polizza sulla vita?

Come abbiamo già detto, la polizza sulla vita nasce per tutelare la tua famiglia o le persone a te care. In pratica è uno strumento che serve per non farle trovare in difficoltà a seguito di una tua improvvisa scomparsa.
Attraverso il pagamento di un premio, l’assicurazione si impegna a versare un capitale ai beneficiari nel caso in cui l’assicurato viene a mancare entro un determinato arco temporale.

Ma, come puoi ben capire, la scelta di questa polizza non è così facile ed immediata. I parametri in gioco sono diversi e potrebbero cambiare in modo rilevante l’indennizzo dell’assicurazione. Quelli principali, da prendere in considerazione, sono 3:

  • La durata
  • Il capitale assicurato
  • Il beneficiario

La durata dell’assicurazione

In realtà, il vero nome di questo tipo di polizze è Temporanea Caso Morte (TCM). Già dal nome si capisce che la sua durata è ben definita (temporanea).

Vuol dire che questa polizza non ti tutela per tutta la vita. Sei tu a scegliere per quanto tempo. La durata può essere scelta tenendo conto dell’età dei tuoi figli, delle rate che mancano ad estinguere il mutuo che stai rimborsando, oppure in base ad un obiettivo ben definito.

Ma, lo scopo è sempre lo stesso: proteggere le persone care che dipendono totalmente dalle tue capacità economiche.

Il capitale assicurato

Così come la durata, la decisione del capitale da assicurare è molto importante. In questo caso hai due opzioni di scelta.

La prima è quella di optare per un capitale costante che non cambi nel tempo. In alternativa puoi scegliere una formula decrescente che diminuisca man mano che si avvicini la data di scadenza.

A differenza di altre casistiche, non c’è un importo esatto da consigliare. Occorre valutare caso per caso, analizzare il reddito annuo, i finanziamenti attivi, le spese, l’età dei figli e del coniuge.

Il beneficiario

La scelta del beneficiario non è assolutamente vincolata. Sei tu a decidere chi e per quanto tempo potrà beneficiare di questa assicurazione. Puoi anche indicare un valore percentuale per il capitale assicurato.

Puoi decidere di indicare un solo beneficiario oppure inserire più soggetti, modificandoli anche in corso d’opera.

Nel caso in cui a farlo sia un’azienda in favore dei propri soci, le motivazioni potrebbero essere doppie:

  • Benefit per i titolari/soci.
  • Nel caso della prematura scomparsa di un socio, il capitale verrebbe utilizzato dall’azienda per liquidare gli eredi evitando impatti sull’economia interna.

Inoltre, cosa non da poco, il capitale è esente da qualsiasi tassazione!

3) Quanto costa?

Voglio partire da un presupposto: la polizza sulla vita è un investimento per tutelare le persone a te care. Sapere che grazie a questo gesto i tuoi figli possono continuare a progettare il loro futuro è segno di grande responsabilità.

Detto questo, i parametri che influenzano il premio di una polizza sulla vita sono diversi.

Prima di tutto, come puoi immaginare, l’età dell’assicurato è l’elemento fondamentale che influisce economicamente. È chiaro che assicurare un ragazzo di 30 anni è molto meno rischioso che assicurare un 70enne.

Altro fattore è la durata del contratto. Ti faccio un pratico esempio: un 50enne si assicura contro il rischio di premorienza per 30 anni. L’assicurazione è obbligata, previo pagamento dei premi, a liquidare il capitale ai beneficiari anche se l’assicurato venisse a mancare all’età di 80 anni. È facile capire che il rischio è molto alto.

Infine, ma non meno importanti, influiscono sul premio lo stile di vita e lo stato di salute. La prima grande distinzione che viene fatta è quella classica tra fumatore e non fumatore. Inutile star qui a spiegare i motivi. Essendo una polizza che ti tutela 24 ore su 24, 7 giorni su 7, anche il tipo di lavoro che si svolge può influire negativamente. Un camionista oppure un muratore hanno un rischio ben più alto di un commercialista o un notaio.

Stesso discorso va fatto per il tempo libero. Praticare uno sport pericoloso è un fattore di rischio che va tenuto in considerazione.

Per quanto riguarda lo stato di salute, è scontato dire che un soggetto sano sosterrà un costo inferiore rispetto a chi ha alle spalle storia clinica più importante.

4) Quando scatta l’indennizzo ai beneficiari?

Affinché l’assicurazione versi il capitale ai beneficiari, il sinistro, quindi la perdita della vita, deve avvenire durante la fase di versamento dei premi. Se dovesse avvenire a contratto scaduto, non ci sarebbe alcun indennizzo.

Perché non stipulare una polizza mista che includa un capitale in caso di prematura scomparsa, ma che a scadenza ti restituisca anche parte del capitale versato? 

Farsi questo tipo di domanda è lecito. Ma, attenzione! Le “polizze miste” sono un mix tra polizze di risparmio e polizze sulla vita. Attraverso un versamento periodico stai perseguendo 2 obiettivi:

  1. Accantonare nel tempo una somma costante per avere a scadenza un capitale.
  2. Proteggere la tua famiglia in caso di prematura scomparsa.

Così facendo, a scadenza avresti comunque un capitale. Questa può sembrare la soluzione migliore ma, è realmente così?

Devi considerare che una parte del versamento periodico che fai viene comunque acquisito dall’assicurazione come premio relativo alla copertura sulla vita. Questo vuol dire che a scadenza non avrai tutto quello che hai accantonato nel tempo, ma una somma minore gravata dal costo della polizza sulla vita.

Inoltre, se decidessi di interrompere il versamento dei premi, anche l’assicurazione sulla vita cesserebbe. Per questo il mio consiglio è sempre quello di intraprendere sempre percorsi separati, così da non essere vincolati l’uno con l’altro e tenere sotto controllo i costi.

5) Qual è la migliore polizza sulla vita?

Non esiste una polizza migliore di tutte.

Quando valuti un’assicurazione sulla vita, di fatto, stai proteggendo il futuro delle persone a te care. Per questo motivo l’unica scelta che puoi fare è affidarti ad una compagnia che fino alla data di scadenza della tua polizza abbia le reali capacità di versare il capitale ai beneficiari.

Inoltre, al momento della stipula della polizza vengono fatte tutte le valutazioni preliminari, inclusi questionari e possibili visite mediche. Il consiglio è di non omettere alcun dato fondamentale. Se l’assicurazione vuole vederci chiaro lo sta facendo anche per un tuo interesse.

Infine non dimenticare di controllare bene le esclusioni. Non tutte le assicurazioni assumono gli stessi rischi.

Controlla inoltre anche il periodo di carenza, ovvero il periodo espresso in giorni che trascorre tra la data di firma della polizza e la data di attivazione. Si chiama così perché appunto non fornisce alcun tipo di assicurazione o, nei casi limite, ha delle restrizioni.

Come hai potuto capire, i fattori da tenere in considerazione sono diversi. Contraente, assicurato, beneficiario, durata, capitale, età, condizione di salute, stile di vita, esclusioni, periodo di carenza. Affidarsi a chi può darti una mano può davvero fare la differenza.


Mirko Rastelli
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Gli estremi identificativi e di iscrizione al RUI dei soggetti sopra indicati possono essere verificati consultando il Registro Unico degli Intermediari Assicurativi e Riassicurativi sul sito internet dell’IVASS (www.ivass.it). L’autorità competente alla vigilanza sull’attività svolta nonché referente in caso di reclamo (qualora il cliente sia insoddisfatto della risposta o in caso di mancata risposta da parte dell’intermediario) è: Ivass Via del Quirinale 21, 00187 Roma.

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